Blog di nuovoadamo

Cari amici,

dall’inizio di settembre 2015 vi trovate davanti ad una grossa novità. La pagina Home del mio sito è diventata pagina blog, gestita direttamente da me. Che novità comporterà questo? D’ora in poi, ogni settimana, scriverò su argomenti attinenti i miei interessi spirituali e culturali, oltre a parlare di iniziative varie, delle mie produzioni letterarie e canore e cose simili. Su quanto scriverò potrete intervenire direttamente, come si usa fare per un blog. Cercherò di usare dei generi letterari originali nell’esprimere le mie idee, capaci di stimolo spirituale e culturale per tutti, perché tutti cresciamo nella Verità tutta intera e nel camminare nella carità di Dio, senza di cui la nostra vita è come un legno secco.

Detto questo, vi parlerò ora di una cosa importantissima: il rapporto tra libertà e dovere. Ve ne parlerò con la parabola del “signor Fegato” e del “signor Cervello”. Spero che vi piacerà, soprattutto che vi aiuti a comprendere bene i termini della questione e la sua soluzione positiva per vivere bene noi e far vivere bene gli altri.

La parabola del signor Fegato e del signor Cervello sulla libertà e sul dovere

Introduzione

La parabola che leggerete serve ad illustrare in modo popolare un insegnamento filosofico di alto valore sapienziale circa i rapporti esistenti tra libertà e dovere. La libertà sembra che abbia come suo programma questa frase: "fai quel che ti piace". Il dovere invece si esprime con quest'altra: "fai quel che è giusto, anche se non ti piace". Questo è il dovere: fare ciò che è giusto. Sembra che libertà e dovere siano l'uno la morte dell'altro. Dove c'è libertà, se ne salta il dovere. Dove c'è dovere, va a carte quarantotto la libertà. E' proprio vero? Cerchiamo di capire meglio come vanno le cose attraverso questa parabola.

La parabola

C'era un tale, il cui corpo aveva una caratteristica unica nel suo genere. Tra i suoi molti organi c'era il fegato, che non era un semplice organo, ma aveva una sua propria personalità e, come tutte le vere personalità, era dotato di libertà, che gli permetteva di auto-impegnarsi come fegato oppure no. Per questo si faceva chiamare "il signor Fegato". Per lui essere fegato non era un fatto biologico, ma culturale, per cui poteva, pur conservando la natura del fegato, comportarsi in modo diverso. Inoltre, era un fegato abbastanza nevrastenico e, nelle crisi di nevrastenia che attraversava, non voleva fare assolutamente il fegato e non c'era verso di convincerlo di ritornare a fare il proprio dovere. Questo suo comportamento metteva in crisi tutto il corpo e gli altri organi, sempre ligi al loro dovere perché non godevano di personalità. Da qui le loro lamen...

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