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Replying to La protesta cattolica di Antonio Socci contro Papa Francesco (seconda parte)

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  1. Posted 12/3/2016, 17:37
    Esercizi_spirituali



    Cari Amici,

    continuo il mio esame del libro di Socci, la Profezia finale, con questo insegnamento sul discernimento degli spiriti.

    Il mio coinvolgimento nel dibattito Socci-Papa Francesco nasce da un evento vissuto in prima persona, che non considero “casuale”, ma “provvidenziale”, cioè guidato e orchestrato a mia insaputa dalla Divina Provvidenza, che tutto governa, soprattutto le cose che riguardano il suo Regno. L’evento fu così forte, pur nella sua semplicità, da avvertirlo come una chiamata a impegnarmi in questo dibattito, cercando di dare un contributo positivo allo scioglimento di diversi nodi di contrapposizione tra Socci e Papa Francesco, che veramente sono deplorevoli per il bene della Chiesa.

    Venerdì 26 febbraio scorso,
    parto da Pescara per Assisi con un gruppo di partecipanti al X Convegno nazionale degli Apostoli della Divina Misericordia con Maria Regina della Pace. Al Convegno devo svolgere una predicazione, che vi invito ad ascoltare, quando fra poco sarà pubblicato il video nel sito degli Apostoli della Divina Misericordia. Vi potrà fare bene.
    In una sosta in un motel mi imbatto, esposto in vendita, nel libro di Papa Francesco, il nome di Dio è Misericordia. Si tratta di un intervista al Papa, fatta da Andrea Tornelli, sul tema della Misericordia e sull’Anno Santo. Lo compro, perché desideravo leggerlo, ma ancora non l’avevo con me. Al Convegno, poi, trovo esposto in vendita presso una bancarella il libro di Socci, La Profezia finale, di cui avevo sentito parlare qualche giorno prima che partissi per Assisi ed ero desideroso di leggerlo. Fatto sta che all’improvviso mi trovo tra le mani due libri che, una volta letti, li ho considerati fondamentali per capire sia Socci sia Papa Francesco. In uno c’è tutto Socci, nell’altro c’è tutto Papa Francesco.
    Me li metto a leggere immediatamente, prima leggo quello di Socci, poi quello di Papa Francesco. Mi sento profondamente coinvolto nella lettura e avverto, mentre leggo, una serie di mozioni interiori molto forti di vario genere, contrastanti tra loro. Le vivo senza troppa riflessione su di esse, ma, ecco, mi viene in soccorso Sant’Ignazio di Loyola, grande maestro spirituale, con le sue regole per discernere gli spiriti, che mi aiutavano a capire fin in fondo da dove venivano queste mozioni interiori, quali spiriti v’erano dietro, che senso avevano, quali mondi spirituali mi rivelavano, cose di somma importanza per giudicare anche il valore di ciò che avevo letto e mi avevano prodotto quelle mozioni.

    Sant’Ignazio di Loyola è considerato nella Chiesa come portatore di un grande carisma di discernimento spirituale nelle cose di Dio e di discernimento degli spiriti. Non bisogna confondere le due cose. Una cosa è il discernimento spirituale; un’altra è il discernimento degli spiriti. Il primo riguarda il valore divino, umano o diabolico, insito in determinate cose che riguardano il Regno di Dio. Nel nostro caso io mi stavo impegnando in un discernimento spirituale su ciò che di divino, di umano e di diabolico sta in questo dibattito tra Socci e Papa Francesco, come si manifestano e cose simili. Il discernimento degli spiriti riguarda piuttosto un metodo per fare questo discernimento spirituale. Il metodo sarebbe esaminare dentro di sé “le diverse mozioni interiori”, chiamate da Ignazio “spiriti”, che si sentono in cuore, quando, in questo caso, il mondo di Socci entra in te o vi entra il mondo di Papa Francesco. Per “mondo” intendo l’intero complesso di pensieri, di sentimenti, di opere, di comportamenti, che appartengono al personaggio Socci o al personaggio Papa Francesco e che entrano in te influenzandoti in bene o in male. Nel nostro caso il bene e il male di cui si parla, non è qualcosa di generico, ma di molto concreto. Si tratta del bene di una vita secondo il Vangelo di Gesù Cristo e quindi conforme alla volontà di Dio, e del male di una vita difforme dal vangelo di Gesù Cristo e quindi difforme dalla volontà di Dio. Chi vuol conoscere di più le regole sul discernimento degli spiriti di sant’Ignazio, può andare a leggere i suoi Esercizi Spirituali (si trovano anche in Internet) ai numeri 313-336.

    Non è qui il caso si spiegare queste regole, ma il perno di tutto il discernimento degli spiriti secondo sant’Ignazio è stabilire, nel nostro caso, il tasso di “desolazione spirituale” o “consolazione spirituale”, che il contatto con i due personaggi, Socci e Papa Francesco, suscita in me che ne vengo a contatto. Io mi trovavo proprio in questa condizione. Leggendo il libro di Socci, avvertivo che non lo leggevo con distacco e senza emozione, ma con molta partecipazione e interesse. Mi coinvolgeva e quindi entrava in me ciò che diceva. Ma cosa provocava? Una sempre più profonda desolazione, man mano che lo leggevo. Mi sembrava di assistere alla demolizione sistematica, ben determinata e fin in fondo della personalità umana e spirituale di Papa Francesco, sia come uomo, sia come cristiano e, soprattutto, come Papa. Un cosa veramente desolante! E quel che è peggio è che questa operazione di sistematica demolizione era portata avanti non da un ateo, tipo Odifreddi, o da un musulmano, ma da un cattolico ben preparato in teologia e in mistica, in profezia e cose ecclesiastiche. Un fratello, non solo contro un altro fratello di fede, ma addirittura contro il Papa, cui si deve a-priori rispetto e sottomissione, anche se non si condividono certe sue decisioni e comportamenti! Nel giustificare i suoi attacchi Socci porta a suo sostegno citazioni di santi, teologi, mistici, profeti antichi e moderni, che deponevano contro Papa Francesco, accusandolo di malgoverno della Chiesa.

    Ho letto il libro due volte, la prima rapidamente, l’altra con più attenzione, per essere sicuro delle cose che diceva Socci al fine di non giudicarle in modo sommario. Avvertivo una profonda agitazione e desolazione. Sentii in me il blocco della preghiera. Se avessi voluto pregare Dio, alla luce di quanto diceva Socci, non avrei saputo da dove cominciare. Per me, per poter pregare bene e in verità, è importante avvertire nel mio cuore pace con tutti, con Dio, con i miei fratelli di fede, con gli uomini in genere, anche con i miei nemici, anche se soffro a causa dei loro attacchi. L’ira, la rabbia, l’offesa, il giudizio cattivo senza misericordia e tanti altri sentimenti simili contro Papa Francesco, di cui è pieno il libro di Socci, sono tutti sentimenti che distruggono la capacità di elevarsi a Dio in preghiera. Mi son meravigliato assai quando alla fine Socci dice al Papa che prega per lui. Dopo avergli detto peste e corna, gli dice pure che prega per lui! Ma questa è ipocrisia della peggiore specie! Io, se fossi Papa Francesco, gli risponderei: caro Socci, è meglio che non preghi per me, ma che, prima di pregare, ci riconciliamo tra noi, come dice il Vangelo. Se preghi per me con in cuore le cose che hai scritto sul mio conto, penso che la tua preghiera sia questa: Signore, liberaci al più presto da Papa Francesco!

    Da questo pullulare di mozioni interiori giudicai che ciò che diceva Socci non veniva da Dio, anche se sostenuto da dotte citazioni di mistici, santi e teologi del tutto ortodossi, in particolare Benedetto XVI. Mi ricordai del testo di san Giacomo sul discernimento degli spiriti: “Chi è saggio e accorto tra voi? Mostri con la buona condotta le sue opere ispirate a saggia mitezza. Ma se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa, non vantatevi e non mentite contro la verità. Non è questa la sapienza che viene dall’alto: è terrena, carnale, diabolica, poiché dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni” (Gc 3,16). Esaminiamo attentamente questo testo di grande precisione nel descrivere lo spirito che c’è dietro la protesta cattolica di Socci contro Papa Francesco. Senz’altro Socci manifesta un forte “spirito di contesa” nei confronti di Papa Francesco. Le sue parole non sono assolutamente ispirate a “saggia mitezza”, ma sono come tanti affondi di spada portati proprio per colpire e ferire Papa Francesco. Da dove nasce questo spirito di contesa? Giacomo dice: da “gelosia amara”. Che cos’è la gelosia? La gelosia può essere di due tipi: una buona e l’altra cattiva, amara, come dice Giacomo. Anche Dio è geloso del suo popolo, ma questa è una gelosia buona. Più avanti Giacomo dice: “O forse pensate che la Scrittura dichiari invano: fino alla gelosia ci ama lo Spirito che egli ha fatto abitare in noi?” (Gc 4,5). La gelosia buona manifesta un immenso amore per la cosa di cui uno è geloso, gelosia che lo fa soffrire se la cosa amata di amore geloso si perde o non corrisponde all’amore dato. Ciò avviene anche tra marito e moglie, che devono amarsi di amore geloso, altrimenti non sarebbe vero amore coniugale. C’è però anche una gelosia patologica, che nasce senza fondamento. Una moglie è fedele e il marito pensa, da indizi da nulla, che lo sta tradendo. Da qui il marito passa a litigare continuamente con la moglie, accusandola di infedeltà per ogni piccolo guardo che ha dato ad altri uomini e cose simili. E’ proprio il caso di Socci nei confronti di Papa Francesco.

    In più parti del suo libro egli si definisce come appartenente alla categoria dei “tradizionalisti” e non riesce a sopportare che Papa Francesco parli spesso male di questa categoria di cattolici, mentre è tutto sorrisi e abbracci verso i nemici della fede. Ora è proprio di questa categoria di cattolici amare molto la fede tradizionale con amore geloso. Di per sé tutti i veri credenti amano la fede con amore geloso, ma i tradizionalisti manifestano questo amore nel conservare con meticolosità tutte le tradizioni, anche piccole, con cui questa fede è stata trasmessa dalle generazioni del passato a quelle del presente. Essi quindi amano con amore geloso, oltre la fede, anche le tradizioni di fede, di per sé cambiabili, con cui la fede viene trasmessa. Che cosa succede in uno come Socci in modo del tutto evidente? Egli vede in Papa Francesco un nemico della fede, perché si sta comportando in modo diverso rispetto alle tradizioni antiche sulla fede rispetto ai Papi del passato. Vede ogni piccolo e grande cambiamento di queste tradizioni come un attacco contro la fede. Da qui si scatena una gelosia amara e lo spirito di contesa contro di lui su ogni benché minima parola o gesto che Papa Francesco compie, che appaiono ai suoi occhi un tradimento della fede o di un comportamento improntato alla fede. Nel suo libro e nei suoi articoli su Libero Socci appare in preda ad uno stato di delirio di gelosia amara e di spirito di contesa, che ha perso ogni freno inibitorio. E’ come un marito geloso della moglie, che continuamente l’offende, accusandola di adulterio per ogni benché piccolo gesto che fa verso gli uomini. Giacomo è stato veramente ispirato da Dio nello scrivere il testo sulle divisioni che sorgono tra i cristiani, che nascono da “gelosia amara e spirito di contesa”. Giacomo aggiunge che questa gelosia amara genera è una “sapienza terrena, carnale, diabolica”. Qui sapienza sta per “comportamento” in parole ed opere. Giacomo chiama questa sapienza “terrena”, per indicare che si ragiona da uomini, attaccati alle cose della terra e al proprio “io” terreno, senza nessuna apertura a “saggia mitezza” come criterio della propria condotta. È come una riunione di condominio o del parlamento italiano, in cui ogni parte cerca di aver ragione gridando più forte dell’altra. E’ veramente “terreno” tutto questo, non ha niente di umano e ragionevole. Poi dice “carnale”, per indicare che non nasce dallo spirito, il principio divino in noi, ma dalla carne, che è il principio peccaminoso e tenebroso in noi, che ci ottenebra e ci acceca circa la verità delle cose. Dice poi che è “diabolica”, perché smette di operare solo quando ha ucciso l’avversario, avendo tutte le opere del diavolo come fine quello di provocare la morte. Ciò che rende ancora più diabolica questa sapienza, nel caso di Socci, è che la gelosia amara e lo spirito di contesa sono avvolte dal manto di pecora di dotte citazioni mistiche e teologiche, per cui sembrano improntate alla sapienza che viene da Dio, mentre in tutto il libro di Socci c’è un vuoto dello Spirito di Dio e di Dio che fa spavento.

    Passo ora a parlare del libro di Papa Francesco, Il nome di Dio è Misericordia, che cominciai a leggere immediatamente dopo il libro di Socci. E’ stato un toccasana. Mi ha immediatamente immesso in un mondo di pace e di tranquillità spirituale, in modo semplice, immediato, restituendomi in poco tempo la capacità di elevarmi a Dio in preghiera e di pensare alla sua bellezza, maestà e misericordia, dimenticandomi dello spirito di contesa, che avevo avvertito nel leggere il libro di Socci. Invito a leggere il libro del Papa. E’ a disposizione di tutti. Dopo averlo letto con molto gusto, trovandolo perfettamente ortodosso nella dottrina teologica, espressa peraltro con un linguaggio teologico popolare/tradizionale, ma vivo e incisivo, che dà l’impressione di sentire cose antiche, dette in modo nuovo, ho avuto una sensazione curiosa: la sensazione di volermi alzare e di andarmi a confessare tanto Papa Francesco ha la capacità di rendere piacevole e bella la confessione. Mi ricordai come l’effetto benefico immediato che fece Papa Francesco con il suo presentarsi al mondo intero fu di indurre moltissimi ad accostarsi alla confessione, come molti confessori hanno potuto testimoniare. Questo effetto è proprio ciò che produce il libro intervista di Papa Francesco, Il nome di Dio è Misericordia.

    Concludo applicando alla sapienza, di cui è pieno questo libro, ciò che Gaicomo dice circa la vera sapienza che viene dall’alto: “La sapienza che viene dall’alto invece è anzitutto pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità, senza ipocrisia. Un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace” (Gc 3,17-18). Ciascuno che ha letto il suo libro/intervista non ha alcuna difficoltà ad applicare questo testo di Giacomo ala sapienza contenuta in esso e quindi a Papa Francesco, come deposito/canale di questa sapienza (continua).

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